giovedì 15 gennaio 2009

Wi-Fi a 300 chilometri

Alcuni studenti del Politecnico di Torino sono riusciti in un impresa, ottenere il massimo con il minimo disponibile.
L'obiettivo dei ricercatori era sfruttare al massimo le energie rinnovabili a portata di mano, in modo da renderle sufficienti allo scopo.

Infatti l'efficacia di quest'operazione si è espressa, compiendo azioni eticamente corrette ed ecocompatibili.
Salvaguardando l'ambiente e la spesa complessiva. Quando i fondi non bastavano, il progetto non si è fermato, ma si è autoprodotto e dove erano necessari materiali particolari, la creatività, la genialità e l'inventiva hanno sostituito i fondi mancanti. Con un 386 di vecchia generazione, un sistema operativo open source adattato, è stato superato il traguardo.
Il sorprendente vantaggio è di poter accorciare i tempi, le distanze e le differenze, in situazioni disagevoli, che con risorse normali resterebbero tali.

Per ridurre il divario dei paesi con un livello informatico basso, l'energia "povera", con l'adeguato impegno, contribuirebbero a sconfiggere il "Digital Divide"

Nelle località meno sviluppate e dove le strutture sono carenti una comunicazione così efficiente ( un ponte Wi-Fi che supera i trecento chilometri di distanza con velocità di connessione di venti megabit, trasmissione immagini ogni quindici secondi ) lascerebbe aperti nuovi spiragli di crescita.
Sono state testate anche altre tecnologie con ampio successo e notevoli margini di miglioramento

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